«Come? Ma se è il primo
posto dove…»
Mi zittisce sbattendomi
in faccia i miei abiti. Salto giù dal letto che per fortuna è abbastanza alto.
Il cazzo duro preme sul freddo parquet, mi giro di schiena. Lui entra quando
ancora i miei piedi si stanno ritirando.
Altro ha attratto il
suo sguardo.
«Amore! Che fai nuda?»
«Ecco...»
farfuglia «Mi mancavi, e stavo giocando con Lei. Ma ora ho tanta, tanta
sete.»
Posso immaginarla
mentre si inumidisce le labbra. Sia io che lui sappiamo cosa significhi la sua
sete. La sento alzarsi, sfilargli i pantaloni e scaraventarlo sul letto.
La rete del materasso
mi colpisce il cazzo di nuovo duro. Giro il volto e vedo le ginocchia di
lei che si posano per terra tra i piedi divaricati del marito. Lei sa che la
sto guardando e muove le dita tra le gambe come per chiamarmi. L’acquolina mi
riempie la bocca, lui è steso sul letto e non può vedermi, penso, mentre
scivolo con la testa fra le ginocchia della moglie. La fica mi bacia, con la
lingua raccolgo avido i suoi umori, lei si muove e mi violenta il volto, me la
sbatte sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sul mento. I peli della barba sono
inzuppati del suo profumo. Le afferro il clitoride con i denti, lo sbatto con
la lingua mentre provo a infilarle il naso più a fondo possibile. Soffio,
riempiendola come un palloncino. La sento mugugnare con la bocca piena del
cazzo di lui, lo sento sussurrare beato e felice di questo trattamento.
Il mio cazzo sta per esplodere.
L’eccitazione vince la
ragione. Mi aggrappo con le dita alla rete, torno con la testa sotto il letto,
come le lancette di un orologio mi giro e scivolo come una saponetta sul
pavimento. Lei sente i miei piedi, li lascia passare, la sfrega sulle caviglie,
gambe, cosce. Unge i miei peli con la sua voglia. E infine risucchia la mia
erezione.
I miei occhi fissano la
rete metallica mentre spingo dando il ritmo anche alla sua bocca. Più spingo e
più la sua gola si riempie con l’altro. Sento il culo del marito mentre la rete
si avvicina e mi sferza il viso. Posso quasi vederla nella mente a ogni mio
colpo: vedo il suo naso che sbatte sul ventre dell’altro, il suo mento che gli
tambura le palle. Il respiro sempre più affannoso del marito aumenta la mia
eccitazione e spingo sempre più forte.
La sento ansimare senza
paura di far vedere quanto stia godendo, quando gode l’altro. Le sue urla
coprono ogni altro rumore. Non smetto io, non smette lei.
«Basta!» supplica il
marito.
Oh no! Non ora. Devo
fermarmi, altrimenti si accorgerà di me.
Io mi fermo, lei no. So
che sta raccogliendo fino all’ultima goccia che gli era scappata. La sento,
invece, mentre con il busto continua a muoversi, sempre più veloce.
«Tieni gli occhi chiusi
ancora un po’...» sussurra poi al marito mentre frenetica accellera. «Vado a
prepararti un caffè.»
«Sei un angelo,» le
risponde «Mi porteresti anche un cornetto?»
Lei si raddrizza con la
schiena. Le sue lunghe unghie improvvise mi stringono i testicoli.
«Certo...» dice, mentre
in silenzio finalmente arrivo.
Si alza, posso sentire
le gocce che le colano giù dalla fica. In silenzio esco dal letto. Piano,
seguendo i suoi passi, l’accompagno in cucina. Lui ha davvero gli occhi chiusi.
«Amore,» le dico «lo
mandi via appena dopo il caffè.»
«Certo, tesoro. Lo
facciamo venire anche domani?»
«E se cambiassimo
gioco? Poi, sai com’è... potrebbe accorgersi che c’è anche tuo marito.»
«È che ha un buon
sapore. E poi questa cosa di trattarti come amante mi eccita veramente
tanto...»
«Ci pensiamo stanotte, magari
domani esco dal letto e vediamo che faccia fa!»
«Ma me lo farai scopare
un po’? Ha proprio un bel cazzo...»
«Non esiste proprio, lo
sai che sono geloso.»